Atleti che crollano? La psicologia dello sport per la crescita dell’atleta

 

Potrei soffermarmi a parlare di Simone Biles o Naomi Osaka , ma non affronteremo il centro del problema che sta molto prima e cioè in quanto siamo disposti ad investire nello sport giovanile in tema di supporto mentale, formazione degli allenatori, sostegno alla genitorialità nello sport.

 La mancanza di competenze sugli aspetti della crescita mentale di un giovane atleta porta spesso a “spremere e bruciare” un giovane talento, una maggiore attenzione a questi aspetti e una cultura che metta al centro oltre al corpo anche la mente, avrebbe tenuto in gara chi invece saggiamente, ma arrivato troppo al limite, decide di fare un passo indietro.

La ricerca ormai da tempo conferma che i giovani atleti, trovandosi nel pieno del periodo dello sviluppo, possono trarre ancora più vantaggio dall'apprendimento di abilità psicologiche rispetto agli atleti più maturi.




Come psicologa dello sport mi occupo proprio di questo e soprattutto di quelle realtà che decidono di investire sullo sviluppo degli atleti: avere uno psicologo dello sport per sostenere la crescita a livello globale di ogni giovane atleta.

Cosa può fare uno psicologo dello sport per lavorare sullo sviluppo e per prevenire questi crolli di cui ultimamente così tanto sentiamo parlare?

Possiamo individuare tre temi principali: (a) i giovani atleti dovrebbero essere dotati di un pacchetto di competenze che consenta loro di gestire una serie di sfide sportive e esistenziali; (b) i giovani atleti sono inseriti in un ambiente (allenatori, esperti, compagni di squadra ecc.) che dovrebbe essere coinvolto negli interventi; questo vuol dire seguire gli allenatori per un adeguata formazione alla comunicazione e all’esplorazione del talento, affiancare ogni allenatore per la comprensione profonda di sé e dei propri atleti, ma anche formare i genitori per gestire al meglio lo sport dei propri figli; (c) gli interventi con i giovani atleti dovrebbero mantenere un focus a lungo termine. Iniziare percorsi di allenamento mentale che insegnino agli atleti a guardare alla mente come un alleato, a renderli consapevoli del loro modo di affrontare lo sport, a trovare le giuste strategie mentali e, nell’ottica di una crescita consapevole, a saper gestire i propri errori affinché possano essere sempre il punto da cui imparare e ripartire.

 

A settembre partirò con vecchie e nuove collaborazioni e quando inizio un nuovo progetto chiedo sempre ai giovani su cosa vorrebbero lavorare e quale aspetto mentale vorrebbero migliorare. Nelle foto trovate la soluzione a ciò che fino ad ora abbiamo detto: ascoltiamo gli atleti e diamo loro l’opportunità di lavorare sulla “testa”.

 

Daniela Sepio- Psicologa dello Sport

dsepio@gmail.com




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